- A questa domanda, da ragazzi, i miei amici davano sempre la stessa risposta: "La fessa". Io, invece, rispondevo: "L'odore delle case dei vecchi". La domanda era: "Che cosa ti piace di più veramente nella vita?" Ero destinato alla sensibilità. Ero destinato a diventare uno scrittore. Ero destinato a diventare Jep Gambardella. (Jep)
- Il riso scaldato è sempre più buono di quello che hai appena cucinato. (Jep)
- Ormai siamo un popolo di intervistati. Ma non li senti? "Come dico sempre..." Come dico sempre a chi? (Jep)
- In questo Paese, purtroppo, per farsi prendere sul serio bisogna prendersi sul serio. (Romano)
- In realtà, i romani mi sembrano insopportabili. I migliori abitanti di Roma sono i turisti. (Jep)
- Stefa' quante fesserie che dici, lo sai che la massima ambizione di Flaubert era di scrivere un romanzo sul niente, se t'avesse conosciuto avrebbe avuto un grande libro. (Jep)
- Per che cosa siamo famosi noi all'estero? Le pezze e le pizze, nient'altro. Siamo un paese di magliari e pizzicagnoli, e sempre questo saremo. (Lello)
- Quando si odia bisogna essere massimamente ambiziosi. (Lello)
- A luce intermittente, l'amore si è seduto nell'angolo. Schivo e distratto esso è stato. Per questa ragione non abbiamo più tollerato la vita. (Orietta) [citando il romanzo L'apparato umano di Jep Gambardella]
- La mattina per me è un oggetto sconosciuto. (Jep)
- È così triste essere bravi: si rischia di diventare abili. (Jep)
- Io berrò molti drink, ma non molti da diventare molesto e poi, quando voi vi alzerete, io me ne andrò a dormire! (Jep)
- La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto sessantacinque anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare. (Jep)
- Quante certezze Stefa', non so se invidiarti o provare una forma di ribrezzo. (Jep)
- Quando sono arrivato a Roma, a 26 anni, sono precipitato abbastanza presto, quasi senza rendermene conto, in quello che potrebbe essere definito "il vortice della mondanità". Ma io non volevo essere semplicemente un mondano. Volevo diventare il re dei mondani, e ci sono riuscito. Io non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il potere di farle fallire. (Jep)
- Dunque è regola fondamentale, ad un funerale non bisogna mai piangere, perché non bisogna rubare la scena al dolore dei parenti. Questo non è consentito. Perché immorale. (Jep)
- Che cosa avete contro la nostalgia, eh? È l'unico svago che resta per chi è diffidente verso il futuro, l'unico. (Romano)
- So' belli i trenini che facciamo alle nostre feste, so' i più belli di tutta Roma. So' belli. So' belli perché non vanno da nessuna parte. (Jep)
- Sono anni che tutti mi chiedono perché non torno a scrivere un nuovo romanzo. Ma guarda 'sta gente, 'sta fauna. Questa è la mia vita, non è niente. Flaubert voleva scrivere un romanzo sul niente, non c'è riuscito. Ci posso riuscire io? (Jep)
- [Ricetta] Tagliate almeno dodici pezzi di coniglio, uh, a parte reni, fegato, testa. Rosolate. Vi raccomando timo, alloro, rosmarino, poi vino rosso, olive taggiasche, pinoli. E dopo un'ora, ecce coniglio alla ligure! (Cardinale Bellucci)
27/06/13
Le Citazioni Frasi e le battute famose più belle del film La grande bellezza
Le Citazioni Frasi e le battute famose più belle del film La grande bellezza
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27.6.13
Carlo Verdone, Commedia, Drammatico, Film con la L, Frasi famose film
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