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09/11/13

Le Frasi più belle del Film Romanzo criminale

[Ultime parole] Sto a morì... (Il Grana)
Quanto me fa ingrifa' sta machina, aho! Pensa che in Italia ce l'avemo io, e er principe de Torlonia. Ieri c'ho portato mi' madre a comprà la cicoria al mercato, aho! Ce guardavano tutti se stava pe mette a piagne. (Dandi[Rivolto al Freddo]
'Na volta iddo non è era così, m'avita crere. Ma ora sto cristiano è diventato un guaio, e in questi casi da noi si dice che solo i vivi fanno guai... (Zio Carlo[Riferito al Terribile]
Me brucia! (Il Terribile[Ultime parole]
E tu zitto e catena pure se manco come cane vali na lira t'ho ammazzato il padrone e non hai detto "a" t'ho tirato un osso ed eccote qua. (Libanese)
Zio Carlo, guardi che non è 'na mancanza de rispetto. È che noi non ce l'avemo mai avuta 'na famija come 'a vostra, che, che te dice quello che, che bisogna fa, o quello che è giusto dì e quello che non se pò dì. Noi semo solo gente de strada, ma n'affare ce stamo dentro. (Dandi[Rivolto a Zio Carlo, dopo che Freddo gli aveva risposto in modo sgarbato]
Bologna nun è robba de na banda... è robba vostra... invece de sta' a rompe er cazzo a me, va' a da 'na controllata ar ministero o a e stanzette qua sopra... magari ce trovi er timer co' scritto sopra "Repubblica Italiana". (Freddo[Mentre viene interrogato da Scialoja sulla strage di Bologna]
Io gli uomini li faccio sognare, non li faccio morire tra quattro mura! (Patrizia[Rivoltoa a Freddo]
L'hai mai guardato negli occhi uno dopo che gli hai sparato? Io sì, sempre. In quel momento è come se si togliessero una maschera, uno dal niente diventa sfrontato, uno che era coraggioso piange, senza Dio prega... Chissà come saremo quanto toccherà a noi. (Il Nero)
Io da anni appartengo a questa organizzazione criminale, molto forte e ramificata. Io mi sono sempre occupato della qualificazione degli stupefacenti, io li conosco tutti. C'hanno bische, tereni, negozi, palazzi interi, c'hanno tutto! Pure 'na discoteca se so comprati. E a parte quello, commissa', nessuno j'a mai rotto le palle perché dice che so' amici d'a mafia, dei teroristi, pure di certi poliziotti. So solo che il Freddo me vo' morto e chi comanda veramente oggi è il Dandi. (Sorcio)[Durante l'interrogatorio]
[Sui massoni] Ma sì, quei testa di cazzo là! Quelli che giocano coi compassi, i cappucci e i numeri di iscrizione. Pensa che c'ho un numero d'iscrizione pure io. 'Na vorta uno in un grande albergo a 'na riunione m'ha chiamato "fratello muratore". Ha! Te, hai capito? Robba che se 'o sapesse la por'anima de mi' padre, che quello proprio muratore me voleva fa' diventa'. (Dandi)
Glielo dico io chi sono. Prima che lei raccolga stupide maldicenze. Sono un servitore dello stato. Per ragioni di servizio mi misuro col male, come lei d'altronde. Vede, i segnali che raccolgo da un po' di tempo a questa parte mi dicono che molto presto tutto finirà. La divisione del mondo, il muro di berlino con il quale sono invecchiato presenta delle crepe molto evidenti e molto presto verrà giù trascinando sotto le sue macerie la classe politica di 50 anni io me ne andrò un minuto prima del terremoto. Ma non si incomodi con le sue indagini per spazzarmi via. Lo farà la storia. (Il Vecchio)
Ho fatto un sacco de cazzate ne la vita mia; ma tu, dalla prima volta che ti ho vista e per il tempo che me resta, sei stata la parte bella! Er mejo che uno come me poteva spera'. Tante cose di me le sai, ma tante non te l'ho dette, una di queste è che so' malato, so' molto malato e vojo stare da solo quando sarà il momento... Te vorrei risparmia', hai capito, i dolori, le cure, il sangue e tutto quello che se ne va prima ancora che se n'annamo noi. Tu devi fa il lavoro che ti piaceva e che non hai potuto fa pe' colpa mia. Me pare de vederte, sai amore, co l'occhiali, er tuo sedere alto, in mezzo alle statue, ai quadri, ai libri, a le cose antiche, a le cose belle... Sì, me pare de vederte amore, amore mio! (Freddo[In un messaggio a Roberta]
Questa è la mia lettera di dimissioni dal servizio. Esco di scena in punta di piedi senza far rumore. Nel tempo che verrà non ci sarà bisogno di gente come me perché non ci sarà più nessuna democrazia da salvare ma solo interessi privati, lotte per più potere e denaro. I pochi fascicoli che porto con me parlano degli uomini che dovranno salvarsi dal diluvio. Persone spesso ignobili, anime nere, capitani di ventura. Eppure come già altre volte nella storia saranno loro a governare il caos... (Il Vecchio)
Le cose sono cominciate da queste parti: dietro quel palazzo, da ragazzini, la notte rubammo 'na machina. Eravamo Libano, il Dandi, io e il Grana, el povero Andreino che ce lasciò quella notte stessa. Era una notte come questa, minacciosa, piena de nuvole. Chi lo sa, forse quella morte doveva esse 'n segnale per farce capì che dovevamo sta boni, dovevamo sta al posto nostro pe' non fa a stessa fine... E invece noi abbiamo pensato che era proprio mejo fa quela fine piuttosto che timbra' un cartellino pe' tutta la vita. (Freddo)
[Ultime parole] Freddo... (Ciro Buffoni)

17/11/12

Le Frasi famose più belle del film Berlinguer ti voglio bene

No' semo quella razza
che non sta troppo bene
che di giorno salta fossi
e la sera le cene.

Lo posso grida' forte
fino a diventa' fioco
no' semo quella razza
che tromba tanto poco.

Noi semo quella razza
che al cinema s'intasa
pe' vede' donne 'gnude
e farsi seghe a casa.

Eppure, la natura ci insegna
sia su' i monti, sia a valle
che si po' nascer bruchi
pe' diventa' farfalle.

Noi semo quella razza
che l'è tra le più strane
che bruchi semo nati
e bruchi si rimane.

Quella razza semo noi
l'è inutile far finta:
c'ha trombato la miseria
e semo rimasti incinta. (Bozzone)

Io ora vo' a casa, mi lavo, e me lo sciaquo bene.
Usciro gaudioso, per l'atto matriale, che vado a sperimentare.
Non pretendo, vero, per quattromilalire, un fisso connubio con quest'ultima;
la quale, non voglio rinvivere in te persona, il ricordo del tuo babbo, morto schiantato,
ma rinvivere in lei femmina, per una notte, il brivido blu di una trombata di trent'anni fa. (Bozzone)

La merda della maiala degli stronzoli nel culo delle poppe pien di piscio co'gli stronzoli che escan dalle poppe de budelli de vitelli con le cosce della sposa che gli sorte fra le cosce troppe seghe dentro il cazzo troppi cazzi dentro il culo che gli spuntan dalle cosce che gli tornan dalle gambe con la mamma ni'ppompino della nonna che gli schianta da il su' corpo che gli leccano la schiena poi gli sputa ne'coglioni e gne lecca ni'ggroppone co schiantassi tra le zolle che si striscia'n mezz'all'erba che le mamme tutte gnude che si struscian dalle file e si sgroppan con la schiena co le poppe sbatacchiate senza latte che si scopran tra le mucche che si infila che gli sorte'n mezz'all'erba che gni gira'mmezz'a'denti che gli sputa qunand'e'n'terra e gli mettano le seghe nella fica e si gode tutti insieme e si gode tutti insieme e lo guardan da lontano co i'ggroppone'nsudiciato e le cosce la su sposa co'i'mmarito i'pparente gliene schianta gni piglia d'ipparente con la carne dentro il corpo co i'ccorpo nella carne e la mamma sdraiata tra le zolle che gli mena le zolle che gli tornan sulla terra e gni schiantano'parenti glene leano tre vorte glene sortano diciotto... (Mario Cioni, sproloquio dopo che ha appreso la notizia della morte di sua madre)

Il comunismo viene da sé anche senza Berlinguer. Il comunismo è come prima di farsi la prima sega che si viene a letto da sé. Si fa: "Dio bono, che cosa m'è successo?" "Niente, o fanciullo, sei venuto! Quello che non funzionava ora funziona. Godi!" Ecco, il comunismo così il popolo sì... è come un ragazzo prima di farsi la prima sega. Arriverà la mattina da sé, si dice: "Che cosa ci è successo?" "Niente, popolo! Sei venuto! Quello che non funzionava ora funziona! E godi!" Ecco, il comunismo è la sega prima di farsi la prima sega. Si viene da sé spontaneo... (Mario Cioni parlando con i suoi amici)

Ti venisse le vene varicose all'uccello. Che sei scemo? (Don Valdemaro sulle bestemmie di Mario Cioni)

Guarda là che bella famiglia, hai visto? Babbo, mamma e du' figlioli sai! Almeno du' volte l'ha trombata di sicuro! Ora mangiano, cacano, poi via in macchina a casa, i figlioli dormono e loro trombano come lucciole, poi s'alzano, mangiano, cacano, mangiano... questa l'è vita! Mica io! (Mario Cioni sul cavalcavia)

Eccone un'altra: per dargli un bacio sul collo ci vuole lo scalpello, trombata a presa rapida! La prossima volta vengo a ballare con la betoniera. (Mario Cioni in discoteca)

Bono i'mangiare! Secondariamente io penso che la donna la c'abbia il su' stile, anche lei, e il risparmio anche ci vuole: perché io son per la libertà. Libertà fino a un certo punto, vero? Come quelli che si fissano: caccia, pesca, gioco... no no! Io son per la famiglia. Oddio, la ricotta e lo yogurt un'è che l'ami troppo; se qualche volta c'è da uscire, oh, un bel film e' garba a tutti, eh! (Arrabbiandosi sempre di più) Come i maglioni a collo alto: io non li sopporto! Come che quando son malato: non voglio sape' di pasticche! Il male come gl'ha fatto a venire così deve fare a anda' via! Oh! Anche il governo prima o poi cambiera, eh? (urlando) E gl'andrà dalla parte del popolo! Come le macchine, con tutti gli incidenti succede! O se l'è tanto comoda anche l'autobusse? (Bozzone)

Marioo! [Tirandogli una gamba facendolo così cadere.] Ti venisse una paralisi ai coglioni. Hai visto Elio? Eh? Prima l'era guercio, poi, tira tira seghe e... gli hanno ingessato anche una gamba. Poi... tira tira seghe, un bel giorno, tu vai per tirartela... e nun ci trovi più nulla. E si consuma! e si consuma! Guarda la tua mamma... tira tira seghe e non ha più nulla. (Don Valdemaro sulla masturbazione di Mario Cioni)

Questa fredda notte d'inverno meglio esser buco che uomo moderno. (Furio)