Probabilmente il solo film della serie di 007 che riesce a cogliere quel british sense of humour di Ian Fleming e a trasporlo sulla pellicola. James Bond è alle prese con un losco magnate dell'oro che intende rivalutare il proprio patrimonio attaccando la riserva aurea di Fort Knox e rendendola inservibile. Memorabili alcune scene, una su tutte la partita di golf tra Goldfinger e Bond, con sostituzione fraudolenta di una pallina ("lei ha giocato una palla non sua alla buca 18") e conseguenti gag a denti stretti tra i due contendenti. Hamilton trova forse l'autentico Bond con una regia leggera e impareggiabile, screziata di ironia e meraviglia: le trovate scenografiche non divengono pretesto per costruire una storia ma ne divengono parte integrante non occludendone lo sviluppo semantico. Un plauso finale alla maschera serafica di Connery, l'unico e vero agente 007 che abbia mai calcato le scene di un set.
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